mercoledì 30 maggio 2018

Perchè l'economia circolare mette d’accordo economia e ambiente?


“Oltre a fornire un vantaggio per l’ambiente e per tutti i portatori di interesse”, questo modello procura vantaggi diretti alle imprese che ne adottano lo spirito e i principi: in termini di “competitività”, spiega, “in quanto i “modelli di business meno legati all’utilizzo di materie prime consentono di sviluppare una struttura di costi meno esposta al rischio di volatilità dei prezzi sia per dinamiche di mercato sia per interventi normativi”.

In termini di “innovazione”, perché il ripensamento dei “modelli di business in un’ottica circolare rappresenta una forte spinta all’innovazione nei processi produttivi”. Dal punto di vista ambientale, ovviamente, dato che “l’impegno concreto di un’impresa nel limitare l’impatto ambientale, rappresenta un importante contributo per la riduzione sia dei rifiuti sia dell’inquinamento atmosferico e, inoltre, contribuisce al riutilizzo di materie prime sempre più scarse”.

Infine, in termini di “occupazione, in quanto la riduzione della quantità di materie prime utilizzate e la crescita di servizi a valore aggiunto dovrebbero comportare uno spostamento dei costi dalle materie prime al lavoro, cioè da settori più automatizzati, a settori prevalentemente legati al lavoro umano, con una conseguente crescita dell’impatto occupazionale”. 


(by Nicola)

ALLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E PROTEZIONE AMBIENTALE DEL MOLISE - INVITO


Vi chiediamo di partecipare all’Assemblea del 16 p.v. a Roma finalizzata a costruire un ampio fronte di supporto, mobilitazione popolare e istituzionale, allo straordinario risultato conseguito con sentenza TAR Lazio del 24 aprile (https://www.giustiziaamministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=SN3VWPRYG2NUBSLL5SSERELSBE&q) che ci preannuncia una quasi certa prossima sentenza di straordinaria portata europea tesa a rilanciare una vera strategia di Economia Circolare basata sul riutilizzo, sul riciclaggio e sul recupero di materia, eliminando qualsiasi sistema di incentivazione al recupero di energia dai rifiuti e tassando l’incenerimento come un sistema di smaltimento con pesanti effetti di contaminazione sia ambientale che sanitaria.
Inoltre vi preghiamo di:
1- confermare la vostra partecipazione rispondendo alla presente;
2- delegare un vostro rappresentante nel caso non vi fosse possibile partecipare;
3- allargare l'invito a persone interessate ai temi in questione;

Per il
'Coordinamento LRZ per l'Economia Circolare Molise'
Nicola Frenza
338.9352833

(by Nicola)

VI Edizione Premio Giorgio Ambrosoli

(by Nicola)

lunedì 28 maggio 2018

#SBLOCCAITALIAGAMEOVER Molise

(by Nicola)

92, 54 e 95 für ewig

I poteri del Presidente

L’articolo 92 della Costituzione garantisce al Presidente della Repubblica la possibilità di rifiutare la nomina di un ministro proposto dal Presidente del Consiglio incaricato. Ma il margine di discrezionalità di cui può avvalersi il Presidente della Repubblica è stabilito con precisione dagli articoli 54 e 95.

Quest’ultimo stabilisce che chiunque sia nominato ad una carica pubblica deve adempiere il suo mandato con disciplina ed onore. Il Presidente della Repubblica può perciò obiettare alla nomina di un ministro che gli sia stata proposta dal Presidente incaricato se rileva nei comportamenti passati del candidato qualcosa che confligge con l’onorabilità. Nessun rilievo del genere è stato avanzato dal Presidente della Repubblica nei confronti del professor Savona.

Quanto alla disciplina il titolare della unità dell’indirizzo politico del Governo è solo il Presidente del Consiglio come inderogabilmente stabilito dall’articolo 54. Esula perciò dai poteri del Presidente della Repubblica sindacare sulle opinioni politiche dei candidati ai singoli ministeri. Nel caso del professor Savona il presidente Mattarella ha invece fatto esplicito riferimento alle opinioni di Savona riguardanti la possibilità di fuoriuscita dall’euro.

Senza entrare nel merito di dettagli non secondari per cui la fuoriuscita dall’euro viene ventilata dal professor Savona quale piano B per le trattative da svolgere con le istituzioni europee il cui obiettivo primario resta quello di modificare, restando nell’euro, le regole valide per tutti i paesi membri, sembra evidente che una eventuale scelta di uscire dall’euro attenga alle scelte politiche di governo e non sia in conflitto con la Costituzione, che ha bensì recepito l’obbligo di pareggio di bilancio ma solo nell’ambito dell’adesione all’euro, adesione che non può configurarsi für ewig, poiché la sovranità di cui all’articolo 1 ne risulterebbe minata.

Ogni ragionamento e discussione sul conflitto istituzionale che si è aperto deve perciò per onestà intellettuale assumere questi dati.
 
Paolo Flores d’Arcais

(28 maggio 2018) 
 
(by Nicola)

Napoli, 01.10.2017 : la nostra Associazione é Socio fondatore di 'ATTUARE LA COSTITUZIONE'

Alla luce di quanto successo ieri...

(by Nicola)

sabato 26 maggio 2018

ECONOMIA CIRCOLARE O ECONOMIA INSALUBRE?

Utilizzo delle scorie da incenerimento di rifiuti e rischi per la salute e l’ambiente

Autori:
Agostino Di Ciaula1, Patrizia Gentilini2
1 U.O. Medicina Interna P.O. Bisceglie
2 Oncoematologo ISDE Italia

Riassunto
L’incenerimento di rifiuti è in Italia in incremento come la produzione di scorie, per  le quali viene suggerito il riuso in alternativa alla discarica. Le scorie pesanti (“rifiuti speciali non pericolosi”), sono usate in cementifici, industrie di laterizi e argilla espansa, sottofondi stradali e recuperi ambientali. Inglobare scorie nel cemento ne altera caratteristiche equalità. Gli eluati di scorie pesanti sono biotossici (contengono diossine, metalli pesanti e composti organici) e creano rischio ambientale e occupazionale. Alcuni Paesi europei hanno rivisto in senso restrittivo la legislazione sul riuso di scorie. Questo sarebbe auspicabile anche in Italia.

Articolo:  

http://www.medicinademocratica.org/wp/?p=649


(by Nicola)

venerdì 25 maggio 2018

Il primo ‘leading case’ (caso giuridico che costituisce precedente) a livello europeo!

COMUNICATO STAMPA
 
Lunedì 28 maggio alle ore 10:30, presso la sala Mancini del Comune di Campobasso, il “Coordinamento Regionale Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare' Molise, terrà una conferenza stampa finalizzata a illustrare:
1) lo straordinario risultato ottenuto con l’Ordinanza del TAR Lazio n. 4574 pubblicata il 24 aprile e consultabile all’indirizzo: https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=SN3VWPRYG2NUBSLL5SSERELSBE&q).
Il ricorso, curato dal Prof. Federico Pernazza - docente presso l’UNIMOL - e dall’avv. Antonello Ciervo con l’intervento ad adiuvandum dell’Associazione “Mamme per la Salute’ di Venafro é stato commentato a Roma dal Coordinatore nazionale del ‘Movimento’ Massimo Piras presso la sala stampa della Camera il 4 u.s.;
2) le ricadute del primo ‘leading case’ (caso giuridico che costituisce precedente) a livello europeo! Nello specifico la Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CGUE) sarà interrogata per conoscere se il ‘Piano Energetico Ambientale Nazionale’ è compatibile con i princìpi stabiliti dalla UE stessa in fatto di materia ambientale. La decisione che ne deriverà avrà rilevanza e vincolatività in tutti i 28 Stati membri dell’UE. Un successo straordinario sul piano giudiziario, politico e ambientale al quale avrà, alla luce di quanto riportato precedentemente, contribuito anche il Molise;
3) i risalutati conseguiti in regione con la prima raccolta firme della Campagna nazionale CAMBIAMO L’ARIA’ finalizzata a far apportare modifiche, nella prossima legislatura, al T.U. Ambiente D. Lgs. 152/2006 e alla Legge 549 del 28/12/ 1995;
4) le strategie che il Coordinamento regionale del ‘Movimento’ adotterà per continuare a coinvolgere:
- cittadini, lavoratori, sindaci in occasione del ‘Tour per l’Economia Circolare Locale nel Molise’;
- le 20 Sigle riportate nella locandina della conferenza stampa e tutte le altre che vorranno impegnarsi fattivamente per attuare attuare quanto sancito dagli artt. 9 e 32 della Costituzione.

Il portavoce
Nicola Frenza
338.9352833


(by Nicola)

La difesa dell'ambiente tra violenza e morte


'Nel 2016 in tutto il mondo sono stati assassinati 200 difensori dell’ambiente e delle popolazioni indigene in 24 Paesi (nel 2015 erano 16 i Paesi coinvolti con 185 morti), con il triste primato nelle mani di Paesi come Brasile (49 morti), Colombia (37), Filippine (28) e India (16).'
La denuncia pubblica di Brisa e Jorge che hanno organizzato il terzo incontro internazionale contro l'incenerimento dei rifiuti.
Da tempo subiscono minacce per le loro battaglie. Inoltre hanno dovuto affrontare nei giorni scorsi il tentativo di sequestro della loro figlia.


(by Nicola)

giovedì 24 maggio 2018

Prima che la notte. La 'fiction' e la realtà


Ho avuto un tuffo al cuore ieri sera nel vedere un giovane Riccardo Orioles nella 'fiction' andata in onda su Rai1.
Con i soci dell'OML nel gennaio del 2011 abbiamo avuto l'onore e il piacere di averlo ospite per due giorni a Campobasso. 'Sentori & sentieri di mafia' l'evento che organizzammo.
Personaggio di altri tempi! Pur vivendo in uno stato di indigenza quasi totale era 'signore dentro' perché 'Greco' (non Michele) di testa!
Ha affrontato il viaggio in treno (andata e ritorno), ha continuato a tenere i contatti con la redazione del 'suo giornale' per infondere coraggio ai suoi 'carusi' rimasti a lavorare nella 'sua' Sicilia.
A piene mani ha messo a disposizione dei ragazzi di un Istituto del capoluogo, che non cito volutamente, la sua professionalità affinché realizzassero un giornale telematico 'di denuncia' a costo zero, utilizzando il 'suo' know how. Non se ne fece nulla dal momento che... la minchia non vuole pensieri!
La Catania della 'fiction' non è poi così diversa da 'questo' Molise a parte una cosa: da noi non si spara! Per ora.

(by Nicola)

Art. 24 della Costituzione: tutti i cittadini non abbienti hanno diritto a rendere effettivo il proprio diritto di difesa


"Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.
Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari."

Se avete un reddito inferiore a 11.493,83 euro...


(by Nicola)

sabato 19 maggio 2018

Il bisogno di un nuovo umanesimo. L'abbaglio della meritocrazia



(by Nicola)

#sbloccaitaliagameover. Piras e Consoli a TeleAmbiente

(by Nicola)

Incendi negli impianti di smaltimento rifiuti. Cosa c’è dietro?



Dall’inizio dell’anno si sono verificate decine di incendi in impianti di smaltimento rifiuti in tutta Italia. Tra questi roghi, quasi sempre di natura dolosa, potrebbe esserci un filo conduttore: il divieto di importazione di scarti plastici da riciclare recentemente varato dalla Cina, che avrebbe “ingolfato” il sistema di smaltimento in Italia e non solo. A gennaio ne abbiamo parlato con Chiara Braga, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti nella scorsa legislatura, e con Claudia Mannino, deputata del gruppo misto, che da anni segue il tema.


(by Nicola)

30 days zero-waste challenge



(by Nicola)

giovedì 17 maggio 2018

“Mafie 3.0”




Questa sera ,dalle ore 21.15, potrete seguire su Teleambiente, canale 78 (Centro Italia) e 812 (Lombardia) del digitale terreste, la diretta dell’evento “Progetto Legalità Brianza”. L’appuntamento, dal titolo “Mafie 3.0” vedrà come protagonista l’ospite della serata Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia. L’evento si svolgerà presso il Cine Teatro San Luigi di Cernusco Lombardone a partire dalle 21.00.

(by Nicola)

Vittoria dei cittadini. In merito alla nuova ondata di inceneritori deciderà la Corte europea


Si fa sempre più remota l'ondata di inceneritori prevista dal Governo Renzi e mai smentita dall'attuale esecutivo. Vorrebbero aggiungere altri di questi forni – almeno 4 nel Lazio - ai 40 in funzione, per bruciarci anche il 10% dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata. Sarà la Corte di giustizia europea a verificare se è legittima, corretta e coerente con le norme europee l'operazione avviata con il decreto “Sblocca Italia” e definita con decreto attuativo firmato il 10 agosto 2016 dallo stesso ex presidente del Consiglio dei Ministri, insieme al Ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti e al sottosegretario Claudio De Vincenti. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha inviato le carte alla Corte europea con una ordinanza destinata a segnare la storia delle politiche ambientali italiane.
Sollevando gravi dubbi sull'operazione, i tre giudici della prima Sezione del Tar laziale, Carmine Volpe, Ivo Correale e Roberta Cicchese, hanno dato seguito al ricorso proposto da una rete di cittadini e attivisti ambientali: il “Movimento legge rifiuti zero per l'economia circolare”, nato nel Lazio e formato da varie associazioni di 10 regioni d'Italia, e associazione “Verdi Ambiente e Società - Aps Onlus” con il supporto dell'associazione medici per l'ambiente Isde Italia e del magistrato ex giudice Costituzionale Paolo Maddalena. 
MAGHEGGI DI STATO
Il ricorso al Tar chiedeva di annullare i provvedimenti e in subordine di rimettere la causa alla Corte europea. Il Tar ha radiografato lo Sblocca Italia e il successivo Decreto Renzi dell'agosto 2016, ma  visto che l'operazione oltre a contraddire la legge nazionale è in forte contrasto con la normativa dell'Unione europea, ha rimesso ai supremi giudici dell'UE. La lista delle storture è lunga e raccapricciante: norme scavalcate o aggirate, strani calcoli sulle quantità di rifiuti, fabbriche anti-economiche, obsolete e inquinanti fatte passare per moderne tecnologie utili all'ambiente e indispensabili alla nazione, ma anche il mancato svolgimento di obbligatorie verifiche delle conseguenze su ambiente e salute. 
BLUFF DEL RECUPERO ENERGETICO E ‘PREMINENTE INTERESSE NAZIONALE’
Sia il nostro codice dell'ambiente (decreto legislativo 152 del 2006) che le direttive UE 2008/98/CE 2001/42/CE puntano a tutt'altro. Innanzitutto l'incenerimento e le altre forme di smaltimento che non danno nuova vita ai rifiuti sono l'ultima opzione. In gergo, si chiama gerarchia di trattamento: la prima cosa da fare è ridurre, riutilizzare, recuperare gli scarti. Il contrario del bruciare. Invece, Renzi & co. hanno ribaltato tutto, classificando come strategici e “di preminente interesse nazionale” gli inceneritori, tralasciando le forme più innovative, sane di gestione dei rifiuti. «Il magheggio – spiega Massimo Piras, coordinatore di Legge Rifiuti Zero – è anche nel fatto che la maggior parte degli inceneritori funzionanti in Italia sono autorizzati per il solo smaltimento, senza nemmeno il recupero di energia».
Infatti, questi mega-forni possono generare un po' di elettricità e calore, ricevendo enormi sussidi statali. Si tratta di quelli classificati come R1. Mentre gli altri che non ricavano nulla dalla combustione hanno il marchio D10. E il decreto Renzi dell'agosto 2016, che individua le quantità di rifiuti prodotte in Italia e quindi il numero, la capacità e la localizzazione dei 'nuovi' inceneritori, in automatico riclassifica come R1 tutti i 40 inceneritori già attivi nel nostro Paese, come se già tutti ricavassero energia dai rifiuti bruciati. Roba da Totò e Peppino, insomma. 
NESSUNA VERIFICA DEGLI IMPATTI SU AMBIENTE E SALUTE
L'operazione targata Renzi-Galletti vorrebbe imporre 8 inceneritori da autorizzare (non è specificato il numero di linee, cioè di forni), più altri 5 (con 9 linee) già autorizzati ma ancora non in funzione per bruciare un milione 831mila tonnellate l'anno di rifiuti. Una enormità: al livello nazionale, significa incenerire oltre il 63% di materiale in più rispetto a quello che gli inceneritori in esercizio possono bruciare. Al livello regionale, per il Lazio sarebbe un'impennata pazzesca: quasi il 128% in più, passando dalle attuali 348.480 tonnellate annuali a quasi 876mila! Il tutto, però, senza Valutazione ambientale strategica. Ossia dribblando anche questo obbligo di legge previsto in simili casi, trattando l'imponente manovra industriale alla stregua di una semplice attività burocratica, come se far bruciare tutta quella roba con quei giganteschi impianti sia indifferente per l'ecosistema e la salute.
I giudici sottolineano non a caso il parere pro veritate reso dalla “International Society of Doctors for Environment” (ISDE Italia)”: i medici avvertono che queste fabbriche producono “una serie di rifiuti secondari e di polveri nocive assai significativa nonché di sostanze velenose, quali il tallio e l’ossido di azoto, secondo quanto rilevato in un parere.
I CITTADINI: «DATI MANIPOLATI» 
Non convincono nemmeno i conti utilizzati per giustificare gli inceneritori. «Il presunto “fabbisogno residuo”, cioè quel milione e 818mila tonnellate di rifiuti annuali – spiega Massimo Piras di Rifiuti Zero – è ottenuto con una base di calcolo errata, è un numero gonfiato ad arte interpretando male i dati Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr)». Il capolavoro si compie qualificando gli inceneritori, nota il Tar, come “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, che attuano un sistema integrato e moderno di gestione di rifiuti urbani e assimilati e che garantiscono la sicurezza nazionale nell’autosufficienza”, “anche  allo scopo di superare e prevenire ulteriori procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore” senza però aver dato “simile qualificazione agli impianti di trattamento dei rifiuti ai fini del riciclo e riuso, pur essendo tali due modalità preminenti nella gerarchia dei rifiuti di cui alla richiamata direttiva (2008/98/CE, ndr)”.
I giudici vanno alla radice: perché questi mega forni sarebbero strategici per il Paese e invece altri tipi di impianti no? Perché ciò che inquina ed è antieconomico salverebbe l'Italia e ciò che invece aiuta l'ambiente e fa sana economia circolare no? Ancora una volta ad interpretare ed esprimere il buon senso devono essere i giudici e non i rappresentanti scelti dal popolo. Ai giochi coi numeri si aggiungono le truffe semantiche dei parolai: in Italia, caso unico al mondo,  li chiamano “termovalorizzatori”.

Previsti altri 4 inceneritori nel Lazio
Due mega forni a Roma, cioè le due linee per totali 182mila e 500 tonnellate l'anno a Malagrotta, una terza linea aggiuntiva a San Vittore (FR) da 98.750 tonnellate l'anno, e uno nuovo ancora più grande da autorizzare non si sa dove in territorio laziale (presumibilmente con due linee, cioè due forni). Tale impianto ancora nel Lazio, da 210mila tonnellate l'anno, sarebbe il più grande dei tre previsti per “aiutare” il Centro Italia. Gli altri due sorgerebbero in Umbria (139mila tonn/anno) e Marche (190mila tonn/anno). Tutto ciò lo prevede il decreto attuativo dello Sblocca Italia firmato dall'ex capo del governo, Matteo Renzi, in piena estate 2016. Senza dimenticare i due malandati mega-forni di Colleferro, autorizzati a bruciare 110mila tonnellate ciascuno: la Regione Lazio e AMA-Comune di Roma vi stanno investendo 9,3 milioni di euro per ammodernarli (revamping). Non è noto che fine abbiano fatto i processi penali riguardo le due linee dell'inceneritore di Colleferro: associazione per delinquere, manomissione dei dati sulle emissioni in atmosfera, falsificazione dei certificati, traffico illecito di rifiuti tossici e poi anche truffa aggravata allo Stato per i sussidi Cip6 (oltre 60 milioni di euro),  peculato,  bancarotta fraudolenta, corruzione. Ironia della sorte, quell'ecomostro fu voluto dall'ex presidente della Provincia di Roma Silvano Moffa:  quello che divenne sindaco dell'inquinatissimo Comune con la lista “Aria Nuova”…

E l’inceneritore di Albano?
Archiviato il progetto dell'inceneritore più grande d'Europa (copyright Manlio Cerroni) ai piedi dei Castelli Romani, a due passi da Aprilia, Pomezia, Ardea e IX Municipio romano. “Per l'impianto di Albano Laziale, la Regione Lazio ha comunicato – giusta nota prot. n. 667897 del 2 dicembre 2015 – che il termine della validità dell'Autorizzazione integrata ambientale di cui alla Determinazione n. B3694 del 13/8/2009 è trascorso, la autorizzazione medesima si intende decaduta”. Così si legge nell'allegato 1 al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto 2016, attuativo dello Sblocca Italia. L'autorizzazione in discorso è quella firmata dall'allora governatore Piero Marrazzo, nell'epoca in cui “Cerroni e il suo avvocato Avilio Presutti dettavano contenuti degli atti pubblici da emanare”, come scrive il Giudice per le indagini preliminari Massimo Battistini ordinando l'arresto di Cerroni con altri 7 personaggi del settore rifiuti a gennaio 2014. L'inceneritore di Albano sarebbe costato mezzo miliardo di soldi pubblici sotto forma di sussidi Cip6, grazie ad un atto firmato da Marrazzo fuori tempo massimo. Il progetto fu presentato dal consorzio Coema, formato dal gruppo Cerroni, Ama e Acea.


Redazione 'Il caffè.tv'

(by Nicola)

martedì 15 maggio 2018

Eolico nel Sannio. Nuovo sequestro per 6 impianti


I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Benevento, in esecuzione del decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento, hanno nuovamente sequestrato 6 impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile Eolica On-Shore ubicati nei Comuni di Casalduni (località “San Fortunato”), Campolattaro (località “Colle Serra” e “Zingara Morta”) e Pontelandolfo (località “Malepara”, “Masseria Calabrese” e “Saraceno”), riconducibili a diverse società operanti nel settore della “produzione di energia elettrica” aventi sede nella città di Benevento...


(by Nicola)

Eolico in Puglia. ENEL costretta a smantellare un 'parco' e ripristinare i luoghi

(by Nicola)

"Dalla scuola al territorio." Il programma del 61° Convegno AIIG che si terrà a Termoli a Ottobre

 
(by Nicola)