Genova luglio 2001: le prime otto potenze economiche mondiali, si
incontrano a Genova per “coordinare le strategie politiche ed economiche”, che
naturalmente dovranno poi valere anche per il resto del
mondo.
Il movimento altermondialista si dà appuntamento a Genova negli
stessi giorni per proporre un altro modello di sviluppo, basato sul rispetto
delle risorse ambientali e sulla giustizia sociale.
In entrambi i fronti il problema del debito degli stati sovrani è
centrale.
All'epoca si pose in primo piano il debito pubblico dei paesi del
Terzo mondo, fardello insopportabile, che impediva lo sviluppo economico e la
democrazia dei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo”. Per i movimenti si rendeva
necessario l’annullamento o la ristrutturazione dei debiti sovrani. Anche la
Chiesa con il Giubileo 2000 si poneva questi problemi. Le grandi potenze e le
istituzioni finanziarie non accettarono una simile impostazione.
Ai giorni nostri il debito è diventato una questione globale. La
crisi ha reso evidente come il debito privato sia divenuto debito pubblico nei
paesi ricchi e in quelli emergenti. Il debito è considerato il passepartout che
consente in un clima emergenziale di realizzare ulteriori privatizzazioni dei
beni comuni e riduzione degli spazi di democrazia.
La
proposta di rivedere il debito sovrano per la prima volta è stata oggetto di
scontro politico istituzionale nel caso greco, un paese dilaniato socialmente e
sotto scacco per un debito insostenibile conclamato. Nell’enciclica “Laudato Sì”
il debito viene definito strumento di controllo. Papa Francesco, nel messaggio
per la celebrazione della XLIX giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2016, lancia
un appello alla cancellazione o alla gestione sostenibile del debito
internazionale degli Stati più poveri.
Nell’occasione
della 15° ricorrenza di Genova 2001 (19
luglio 2016) e dell’anno del Giubileo della Misericordia è opportuno
riportare la questione del debito al centro dell’attenzione politica e
sociale.
(by Nicola)
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