martedì 17 febbraio 2015

"Nel Diritto non c'é Giustizia!" Lo conferma il Consigliere Russo della Corte d'appello Di Salerno


“Ho emesso una sentenza ingiusta”, scrive Michelangelo Russo, consigliere di Corte d'appello di Salerno in un articolo pubblicato in prima pagina del Corriere del Mezzogiorno – Campania, di sabato 14 febbraio. In sostanza il magistrato ha “condannato giustamente un uomo per un fatto commesso svariati anni fa”. La giusta sentenza, perché emessa sulla base della legge, è in realtà una senza ingiusta perché avviene a distanza di anni dai fatti.
Il magistrato non è d'accordo con chi sostiene che il resto non conta quando ci sono la Crisi e le Riforme. “Il fatto è che il resto conta, e come!” scandisce il Dott. Russo. Perché le decine di migliaia di casi che “riguardano reati non gravi, vecchi di anni, che intasano i ruoli dei Tribunali rallentando il percorso dei fatti urgenti.”
Dopo una serie di valutazioni sul governo, l'ordine forense e la magistratura il Dottor Russo scrive “(...) Proprio ieri a Salerno si è tenuto un convegno, organizzato dalla Corrente di Area, sui criteri prioritari visti come ancora di salvezza per evitare il naufragio dell'apparato giudiziario. (...) Dal convegno non pare però che sia stata affrontata quella che appare nella convinzione della maggior parte dei magistrati l'unica possibile soluzione per salvare i principi e i processi più importanti, sommersi dalla quantità impressionante di arretrato, e cioè l'amnistia. Per quanto odiosa, questa parola che fa tanto Prima Repubblica ha consentito per decenni la scolmatura periodica degli inevitabili ingorghi giudiziari, non risolvendo i problemi di fondo, ma almeno lasciando intatti principi costituzionali le cui modifiche sarebbero incognite inquietanti.”
L'amnistia quindi come antidoto alle violazioni costituzionali in atto, per evitare sentenze ingiuste e perseguire reati ben più gravi destinati alla prescrizione.

Fonte: PR

(by Nicola)

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