venerdì 23 gennaio 2015

Vogliamo cominciare a bonificare dai rifiuti tossici interrati dalla camorra il Molise o no?

Riceviamo e pubblichiamo


La Camera,
premesso che:
il 31 ottobre 2013 è stato reso pubblico, su decisione dell'ufficio di presidenza della Camera dei deputati, il resoconto dell'audizione davanti alla Commissione bicamerale d'inchiesta sui rifiuti del pentito di camorra Carmine Schiavone del 7 ottobre 1997, concernente lo sversamento e l'interramento illegale di rifiuti di ogni genere, anche tossici e nocivi, non solo nel territorio campano e nel basso Lazio, ma anche nel Molise, nello specifico in tutto il territorio del Matese e nelle zone vicino Isernia;
in particolare si apprende che la suddetta attività illegale si svolgeva al nord fino a Latina, mentre a est in tutta la zona del Matese, Isernia e le zone vicine; inoltre il pentito Schiavone parla di un sistema unico di smaltimento illegale di rifiuti tossici dalla Sicilia alla Campania. Anche per la Calabria e la Puglia ha denunciato lo stesso tipo di inquinamento e di infezione derivante dallo sversamento ed interramento di tonnellate di rifiuti tossici provenienti da tutta Europa e dal Nord Italia;
la portata devastante dal punto di vista ambientale e socio sanitario derivante dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici e pericolosi sarebbe stata nota a partire dagli anni novanta, vale a dire da oltre venti anni, senza che alcuna iniziativa realmente efficace e sistemica, soprattutto di mappatura e di bonifica, fosse intrapresa;
nello specifico, il business dello smaltimento illecito di rifiuti pericolosi in una terra come il Molise, a bassa densità abitativa e con un territorio prevalentemente collinare, pare abbia trovato sempre nuovi sbocchi;
infatti è a partire dagli anni ottanta che la contrada di Fragnete, campagna alle porte di Isernia, è stata per lungo tempo inondata di fusti contenenti rifiuti tossici e sostanze radioattive, sversate nella zona chiamata Frusc’, un bellissimo tratto di bosco dove querce e tartufi abbondavano. Il meccanismo era semplice, ed è quello denunciato dal pentito Schiavone: nelle ore notturne gli scavatori preparavano le buche e i camion dei Casalesi le riempivano con i rifiuti tossici;
le istituzioni isernine, anche a seguito delle proteste dei contadini, spostarono la discarica comunale dal bosco Frusc’ al Colle Santa Maria, sempre a Fragnete: di giorno arrivavano i rifiuti urbani prodotti dai cittadini di Isernia, di notte i carichi dei Casalesi;
nelle ore diurne, invece, capitava spesso che i rifiuti venissero gettati su copertoni di gomma ardenti e, se c'era vento, il fumo nero e irrespirabile si propagava nelle zone circostanti, da Fornelli a Castelromano, da Ravasecca a Breccelle: Fragnete, terra di contadini, viveva in anteprima quello che sarebbe poi successo nella Terra dei Fuochi;
già il rapporto Ecomafia 2005 affermava che: «Con l'esigenza di diversificare le destinazioni finali dei traffici illegali, i rifiuti speciali pericolosi sono finiti in regioni considerate immuni fino a qualche anno fa. E allora si è scoperto che i veleni sono stati scaricati anche nella verde Umbria e addirittura in Molise. Sono state coinvolte le province meno note agli onori delle cronache della criminalità ambientale tra cui Campobasso»;
la stessa Direzione nazionale antimafia, nel 2008, definisce il Molise come «punto finale di arrivo per lo smaltimento di rifiuti pericolosi, ove occultare discariche abusive con la compiacenza di alcuni proprietari corrotti»;
è infatti del 2004 un'operazione della procura della Repubblica di Larino, chiamata «Operazione Mosca» sullo smaltimento illecito di rifiuti, nel Basso Molise, provenienti dal nord Italia e gestito dalla camorra, e che ha visto coinvolti diversi personaggi con arresti e fermi con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'illecita gestione e al traffico di rifiuti pericolosi. I rifiuti, complessivamente alcune migliaia di tonnellate, contenevano arsenico e solfuri, mercurio, cromo, rame, piombo e reflui ad alta tossicità;
la Camera dei deputati il 5 novembre 2013 ha approvato alcune mozioni relative al fenomeno criminale dello sversamento ed interramento illecito dei rifiuti tossici e nocivi e al fenomeno dei roghi tossici nella cosiddetta «Terra dei fuochi» con particolare riferimento alle sole regioni Campania e Lazio; in tale sede il Governo si è impegnato, tra le altre cose, ad avviare un'indagine accurata sulla salubrità dei terreni, delle falde acquifere e dell'aria nelle aree più direttamente interessate dallo sversamento illegale di rifiuti tossici e attualmente note, anche al fine di prevenire allarmismi generalizzati che possono danneggiare il settore agroalimentare campano, che rappresenta uno dei pilastri dell'economia regionale; a fare la mappatura dei siti contaminati nel territorio delle regioni Lazio e Campania e a definire un piano di bonifiche nazionale, ai sensi dell'articolo 252, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152; ad inasprire le pene per i reati ambientali, assimilandoli a quelli di stampo mafioso e/o terroristico; ad istituire quanto prima un tavolo interministeriale per assicurare – in tempi rapidi e certi – il rilancio dell'attività di bonifica dei suoli inquinati, ai fini del loro recupero e della loro riconversione;
lo smaltimento illecito di rifiuti speciali in Molise è ormai, purtroppo, conclamato e in relazione alla sola «Operazione Mosca» del 2004 lo smaltimento illecito è stato di 120 tonnellate di rifiuti speciali di industrie metallurgiche e rifiuti ospedalieri provenienti dal nord Italia. In tale occasione quattro ettari di terreno a ridosso del litorale molisano sono stati coltivati con concime ricavato da questi rifiuti e il grano prodotto conteneva un'elevatissima concentrazione di cromo; è quindi di importanza fondamentale prevedere anche per la regione Molise l'applicazione delle misure di verifica di controllo e di bonifica previste per le regioni Campania e Lazio a seguito delle mozioni in commento approvate lo scorso 5 novembre,
impegna il Governo:
ad avviare, anche per il Molise, un'indagine accurata sulla salubrità dei terreni, delle falde acquifere e dell'aria nelle aree più direttamente interessate dallo sversamento illegale di rifiuti tossici, e attualmente note, anche al fine di prevenire allarmismi generalizzati che possano danneggiare il settore agroalimentare molisano, avvalendosi delle competenti strutture sanitarie e di ricerca;
ad assumere le iniziative di competenza necessarie a verificare l'esistenza di siti da bonificare con la conseguente mappatura dei siti contaminati nel territorio della regione Molise al fine del loro inserimento in un piano di bonifiche di interesse nazionale, per il loro recupero e la loro riconversione.
(1-00247) «Venittelli, Leva, Picierno, Famiglietti, Impegno, Lattuca, Stumpo, Amendola, Senaldi, Tartaglione».

(by Nicola)

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