domenica 25 gennaio 2015

Corruzione. Intervista al presidente della CO.RE.A. Molise


Vincenzo Musacchio ha iniziato la sua carriera come ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna. E' divenuto poi professore a contratto presso l'Università degli studi del Molise e presso l'Alta Scuola di Formazione della Presidenza del Consiglio in Roma, dove si è occupato prevalentemente di diritto penale sostanziale e di reati contro la pubblica amministrazione. In questo contesto ha fatto parte di molteplici progetti di ricerca nazionali ed internazionali in materia di strategie di lotta alla corruzione, insieme ai colleghi Carmen Gomez Rivero dell'Università di Siviglia, Paz Mercedes de la Cuesta Aguado dell'Università di Cadice e di Yahong Zhang dell'Istituto Nazionale di Studi sulla Corruzione di Newwark negli Stati Uniti d'America. Attualmente è considerato tra i maggiori esperti di strategie di lotta alla corruzione nel nostro Paese.

Dottor Musacchio, come mai, secondo lei, non si riesce a combattere efficacemente la corruzione in questo Paese?

Ritengo che nell'ultimo ventennio è stato fatto molto poco per rendere più facile la prevenzione e la repressione di questo fenomeno delinquenziale. Al contrario, sfortunatamente, si è fatto molto per intralciare l'iter corretto dei processi per questa tipologia di reati. E devo aggiungere che ciò è stato fatto da tutti gli schieramenti politici con unica eccezione per gli esponenti del Movimento Cinque Stelle.

Spesso si ha il sentore che convenga più fare i furbi che gli onesti, se pensiamo ai condoni, allo scudo fiscale e ad altre cause di impunità. Lei cosa ne pensa?

Io credo fortemente nell'etica e nella legalità ma non posso non notare che l'Italia affonda nella corruzione imperante. I disonesti e i ladri aumentano e si sparge la convinzione che esser disonesti sia fruttuoso. Il vero dramma è che se diventa troppo conveniente fare il malfattore tutti smettono di esser onesti e si mettono a fare i delinquenti e questo vuol dire la fine, il disastro totale. Quindi, occorre impedirlo finché si è ancora in tempo.

Spesso i corrotti parlano di una magistratura politicizzata e accanita contro la politica. Lei cosa ne pensa?

Io credo che buona parte dei magistrati faccia il proprio dovere e lo faccia anche bene, il vero problema è che il politico resta avvinghiato alla propria poltrona e usa tutti i mezzi possibili e immaginabili per farla franca fino al momento in cui arrivano le forze dell'ordine per arrestarlo. Penso che se la politica li epurasse prima delle indagini, alle prime avvisaglie di corruzione, probabilmente i magistrati non interverrebbero neanche. Paolo Borsellino diceva che politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo. Ecco oggi questa opzione sembra sufficientemente chiara a tutti.

Secondo lei qual è il rapporto che ci deve essere tra politica e giustizia?

Quando parlo ai giovani nelle scuole dico spesso che i politici sono i nostri lavoratori e noi cittadini siamo i loro datori di lavoro. Uso questa metafora perché i politici sempre più spesso credono di essere i nostri datori di lavoro, i nostri “padroni”, in realtà, i veri padroni sono i cittadini. La magistratura, così come le forze di polizia, sono il presidio della legalità intesa come impedimento dei soprusi del più forte a danno del più debole. Attualmente purtroppo i soprusi del più forte sono tanti e continui perciò mi auguro fortemente che i cittadini si sveglino e cambino gli amministratori infedeli che oltraggiano la legalità, il diritto e la Costituzione.

Secondo lei, siamo davanti ad una nuova Tangentopoli? Penso ovviamente a Mafia Capitale (Roma), Scandalo Expo (Milano), Scandalo Mose (Venezia).

Quest'anno l'Italia è diventata persino primatista in tutta Europa per i livelli di corruzione, sorpassando Bulgaria e Grecia nella classifica di Transparency. La mazzette non finiscono davvero mai. Corrotti e corruttori di destra e di sinistra ritornano e, in alcuni casi, diventano “mafiosi”. Date queste premesse a mio avviso siamo messi peggio, molto peggio rispetto a tangentopoli!

Grazie mille per la disponibilità.

Grazie a voi. E’ stato un piacere. 

Intervista di Lucia De Sanctis - Giornalista freelance - Roma

(by Nicola)

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