giovedì 19 gennaio 2012

TERREMOTO 2002 - PROROGA STATO CRITICITA”

Appunto per il Presidente del Consiglio Prof. Mario Monti


Nato e residente a San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso, sono preoccupato per la mancata proroga dello Stato di criticità del sisma del 31 ottobre 2002 che ha interessato la mia terra.

È bene, subito, ricordare che il 31 ottobre 2002 una vasta area dell’Italia centro meridionale, sui confini tra le Regioni Molise e Puglia (ca 2000 Kmq) è stata scossa da una crisi tettonica, con picco di intensità 5.4 Ml Richter - 5.7 Mw (magnitudo del momento sismico) – alle ore 11.33, protrattasi per alcuni mesi per un totale di oltre 530 sussulti alla fine di marzo 2003, interessando una popolazione di ca 330.000 abitanti tra Molise e Puglia.

Il mio paese fu totalmente evacuato. L’unico con perdite umane: 30 vittime, di cui 28 per il crollo della scuola materna ed elementare “Francesco Jovine”. 
Più precisamente con nota n. 2480 del 16 gennaio 2012 la Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento Protezione civile ha comunicato alla Regione Molise che il provvedimento di proroga per l’anno 2012 - predisposto dallo stesso Dipartimento, nella propria competenza - non ha ricevuto il preventivo “nulla osta” del Ministero dell’Economia e finanze - Dipartimento Ragioneria generale dello Stato.

La mancata adozione del provvedimento di proroga provocherebbe, in via generale, gravissime ripercussioni, destabilizzanti sul piano sociale, economico e politico, trattandosi di legittime aspettative della popolazione già duramente provata sul piano materiale e morale -, anche per non vanificare gli sforzi sin qui compiuti dalla Regione e dalla struttura commissariale.

Per quanto riguarda gli aspetti tecnico-amministrativi della problematica de quo si ipotizza prioritariamente la chiusura della contabilità speciale. Pertanto le risorse oggetto di assegnazione saranno trasferite alle Regioni interessate ed utilizzate dalle medesime nel rispetto dei vincoli del patto di stabilità interno. (Trattasi dei fondi di cassa - assegnati da ultimo con la legge finanziaria 2008 – in corso di spesa sui lavori di
riparazione/ricostruzione in corso di realizzazione in relazione ai fisiologici tempi di attuazione e degli assegnandi ultimi pari a 346,2 Milioni di euro di cui alla delibera CIPE del 3 agosto 2011 n. 62 (in G.U. 31 dicembre 2011 n. 304).

Tali risorse potrebbero di fatto risultare non spendibili, almeno nell’immediato, sia per i vincoli di stabilità sia per i fisiologici tempi di trasferimento dei fondi dall’attuale contabilità speciale alla casse della Regione.
Il blocco dei lavori di ricostruzione, inoltre, provocherebbe immediatamente il licenziamento di persone occupate all’occorrenza in ditte edili e non solo operanti sugli edifici oggetto di ricostruzione post-sisma.
La chiusura della struttura commissariale a livello regionale (ca 50 unità) e degli uffici COC presso i Comuni (ca 200 unità) comporterebbe la perdita di lavoro per circa 250 persone.

Una quota rilevante sul territorio che andrebbe ad ingrossare smisuratamente il numero degli occupati precari su una Regione del Sud ad alto rischio di disoccupazione dove due giovani su tre non hanno lavoro. 
Licenziamenti per le imprese, mancati rinnovi contrattuali per gli Enti pubblici unitamente al blocco dei lavori di ricostruzione provocherebbero ripercussione gravissime sull’intera economia della provincia di Campobasso con fisiologiche amplificazioni su quella regionale.

Da non sottovalutare il problema dei senza tetto i cui svantaggiati vedrebbero allungarsi i tempi di rientro nelle proprie abitazione.

E’ indubbio che il richiamo della U.E. all’Italia per il reiterarsi dei numerosi e di lunga durata stati di emergenza/criticità è apparso opportuno e legittimo ma non li si può interrompere improvvisamente.
Appare utile e opportuno studiare una OPC di uscita dall’emergenza/criticità salvaguardando i cittadini che devono ricostruire le loro case (classe A) con gli ultimi finanziamenti, specialmente nell’area del cratere sismico, all’interno della quale è stata completata la ricostruzione per il solo comune di San Giuliano di Puglia, prevedendo contemporaneamente la cancellazione di alcuni privilegi e procedure speciali che non si giustificano a distanza dii dieci anni dall‘evento sismico.

                        Sen. Giuseppe Astore

Roma, 19 gennaio 2012

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