mercoledì 4 maggio 2011

LA POLITICA CHE NUTRE LA MAFIA

Nel Sud le mafie si sono candidate alle prossime elezioni amministrative. Lo raccontano gli arresti di ieri a Napoli e in Calabria.

A Marina di Gioiosa Jonica l’intero comune era nelle mani dei boss Mazzaferro
. L’assessore Rocco Agostino, eletto coi voti dei clan, voleva godere degli stessi appoggi per volare alla Provincia nelle liste del Pdl. Quando Rocco Femia viene eletto sindaco del paese, abbraccia in lacrime il boss Rocco Mazzaferro che aveva pensato a tutto, i voti e i seggi, che i suoi picciotti controllavano militarmente perché non ci fossero “infami” e “traditori”.  A Quarto, Napoli, hanno arrestato il capogruppo del Pdl Armando Chiaro. I camorristi lo chiamavano “l’onorevole”, “il nostro amicone che da quando gli hanno dato il partito mi sembra Piersilvio, è sempre vestito di azzurro”. Volava in Spagna, Chiaro, per incontrare il boss Polverino e trattare gli affari milionari di una discarica. Monnezza e politica, affari e voti. La maledizione della Campania.

Qui Berlusconi ha consegnato il Pdl a Nicola Cosentino, che i magistrati dell’antimafia vogliono arrestare per i suoi rapporti con i “casalesi”. É lui che ha scelto il presidente della Provincia, Gigino Cesaro, “‘a purpetta”, in affano per i suoi legami con la camorra. Ed è lui che ha incoronato Gianni Lettieri a futuro sindaco della città. Gli ha scelto liste e candidati e non è andato troppo per il sottile. I voti sono come i figli, “piezz’e core”. Il 13 maggio tutti insieme inconteranno Berlusconi che arriverà a Napoli per raccontare barzellette e annunciare miracoli, e nessuno si azzarderà a fare un cenno alle liste sporche. E taceranno anche gli intellettuali di sinistra che nei giorni scorsi hanno firmato un vibrato appello a favore di Lettieri in nome del “nuovo”, della moralità e della trasparenza. E in Calabria sarà muto il governatore Scopelliti. Gli hanno arrestato un consigliere regionale per mafia, gli ammanettano candidati e amministratori e lui non trova le parole. Mai.

L’antimafia è buona per i proclami, i codici etici da violare, le parate inutili. Ha ragione il pm Nicola Gratteri, quando dice che “c’è una intima connessione tra certa politica e la ‘ndrangheta”. È questa “intimità” che sta uccidendo la democrazia nel Sud.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, 4 maggio 2011

(by Nicola)

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